giovedì 22 settembre 2016

Olimpiadi e disonestà intellettuale

Olimpiadi di Roma e la saga della disonestà intellettuale
Ho avuto modo di dire come la penso al riguardo già con alcuni post pubblicati sulla mia bacheca di face book; proviamo ora ad entrare un po più nel merito della questione e capire quali sono le ragioni che mi spingono a ritenere che la Sindaco Raggi abbia fatto la scelta giusta.
Lungi da me il voler in qualche modo apparire simpatizzante del movimento penta stellato, non è mai stato per me un punto di riferimento ne credo potrà mai esserlo per tutta una serie di ragioni che non starò qui ad elencare; qualunque siano state comunque le ragioni, di natura strumentale, populista, o di reale analisi economica della situazione finanziaria della propria città, un dato è inconfutabile ed è cioè che il rapporto tra spesa e benefici, oggi, di una eventuale olimpiade nella capitale non consente un dispendio di energie tali da permettere un ulteriore indebitamento per una città già alla prese con forti problematiche o per uno stato che stenta a ripartire e che ha un rapporto deficit-pil estremamente negativo.
Non sono a priori contrario alla organizzazione di grandi eventi; ci mancherebbe. Ritengo però che uno Stato che è attraversato da una forte crisi economica e sociale debba interrogarsi sulle priorità sulle quali intervenire per poter rilanciare l’economia del Paese e nel contempo far si che si affrontino problemi che al momento risultano essere dei veri e propri drammi.
E’ trascorso meno di un mese dal terremoto di Amatrice e sembra che la lezione sia già stata dimenticata. Un paese dove le scuole pubbliche crollano sotto la forza distruttiva di un terremoto che non raggiunge il sesto grado della scala Richter ha veramente bisogno di sprecare energie nella realizzazione di altre cattedrali nel deserto che come spesso accade resteranno inutilizzate dal giorno successivo alla fine dei giochi?
L’Italia ha un patrimonio edilizio scolastico in buona parte fatiscente o non a norma con le più elementari norme di sicurezza; stessa cosa si può dire del territorio a forte rischio di dissesto idrogeologico, cosi come la stragrande maggioranza degli alvei fluviali abbandonati a se stessi e privi di qualsiasi manutenzione ormai da decenni. Stessa cosa con il nostro patrimonio boschivo, abbandonato a se stesso, privo di qualsivoglia manutenzione e alla mercè di incendi che ogni anno mandano in fumo centinaia di ettari di bosco. Eppure le regioni, in virtù di un patto di stabilità da mantenere e grazie al taglio della spesa pubblica, hanno dovuto abbandonare completamente non solo i nuovi rimboschimenti ma anche la manutenzione di quelli esistenti, con le gravi e drammatiche conseguenze che noi tutti conosciamo e con le decine di vite umane perse che ancora reclamano giustizia.
E che dire dei tagli alla sanità, è allo studio della nuova finanziaria un ulteriore taglio di un miliardo, o della scuola pubblica divenuta ormai lo zimbello fra le scuole pubbliche di tutta Europa?
Non ci siamo. L’elenco delle priorità di questo Paese è cosi lungo che non basterebbero le pagine di un libro per elencarle tutte.
Eppure noi preferiamo renderci ridicoli, dimenticandoci di coloro che ancora oggi continuano a morire sotto le macerie delle scuole che crollano,  sotto le colline che franano, o travolti dai fiumi in piena che diventano le strade delle nostre città e avventurarci in polemiche strumentali sul diniego di un Sindaco ad un evento che avrebbe portato solo spreco di danaro pubblico e nessun beneficio per la cittadinanza se non per i soliti affaristi del cemento quasi sempre in combutta con il malaffare politico e con organizzazioni di carattere mafioso.
Quello che però fa più spece non è tanto il fatto che si possa essere anche contrari alla scelta del Sindaco di Roma, quanto il fatto che a gridare allo scandalo, in modo pretestuoso a mio avviso, sono gli stessi che ieri plaudivano alla identica decisione del Presidente del Consiglio Monti.
Cosa è cambiato da quattro anni a questa parte? In meglio nulla, se mai molti problemi tra quelli elencati si sono aggravati ulteriormente.
Signori siamo seri per favore, questo vostro comportamento si chiama disonestà intellettuale, una cosa che non mi appartiene e che mai vedrà il sottoscritto schierarsi a favore o contro qualcosa solo perché a proporlo sono miei avversari politici.
Oggi non è più il tempo in cui potevamo permetterci scelte sciagurate, tanto paga pantalone; oggi è il tempo di finirla con le elargizioni e le regalie a questa o quella impresa o cooperativa connivente solo perché ci assicura un pacchetto di voti. ma è il tempo in cui con determinazione dobbiamo cominciare a contrastare la politica del malaffare e della corruzione e se a dare l’esempio sarà una Sindaco grillina, ben venga, pur non essendo il sottoscritto un penta stellato, su questa scelta avrà tutto il mio appoggio.

Tonino Ditaranto

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