domenica 20 luglio 2014

Tenere alta la guardia

Tenere alta la guardia
Lo “sforamento” di alcuni dati, secondo la Gazzetta di Parma, delle campionature effettuate dall’ARPA sulle emissioni di sostanze in atmosfera da parte della Solveko SPA di Rimale, riporta alla ribalta il problema più generale dello stato di salute nel nostro territorio e più in generale in quello della provincia di Parma. Eppure proprio Parma e il suo territorio dovrebbe essere la città modello per l’ottimo cibo made in Italy, si ritrova a dover fare i conti quotidianamente con una aggressione smisurata al suo stato di salute ambientale e solo per rispondere a logiche politiche che favoriscono insediamenti industriali e che rispondono a esigenze di grandi gruppi economici poco interessati all’ambiente quanto invece a fatturati milionari a dispetto dell’aria che respiriamo e dell’acqua che beviamo. Fidenza non ha ancora metabolizzato il disastro provocato dalla Carbochimica e si ritrova oggi a fare i conti con dati allarmanti provenienti sul lato Solveko, ma anche Parma non vive certo una situazione migliore con l’entrata in funzione del termovalorizzatore di Ugozzolo? Quanto tempo credete dovrà passare per avere dati allarmanti anche in quella direzione? Mi auguro di cuore che ciò non avvenga e che le mie siano solo delle fantasie di uno stupido pazzo visionario, ma in attesa ritengo sia necessario non indugiare oltre e senza cullarci sugli allori fare in modo che le problematiche legate all’ambiente e allo stato di salute del nostro territorio diventino il nostro pane quotidiano. Salute del territorio e salute dei cittadini sono legati tra loro da un sottilissimo filo che non possiamo assolutamente permettere che si spezzi. Altri territori e altre popolazioni hanno indugiato o si sono fidati delle rassicuranti parole dei loro Amministratori e vivono oggi situazioni paradossali con aumenti indiscriminati di malattie tumorali strettamente legate alla mancanza di tutela dell’ambiente. La terra dei fuochi in Campania o le morti per tumore legate all’inceneritore di Melfi in Basilicata sono solo alcuni degli esempi più eclatanti di quello che la sporca politica sta provocando nella nostra Nazione. Nessuno è contro lo sviluppo e neanche contro insediamenti industriali, essi però devono servire per rendere la vita dell’uomo più vivibile e non per arrecare danno non solo alla salute dei cittadini ma anche a quella dell’ambiente che ci circonda. Non possiamo dire se i dati forniti dalla provincia circa la Solveko o le sostanze che essi riguardano siano o meno dannosi per la nostra salute, rimane il fatto che se dei limiti a tali emissioni sono stati posti essi devono essere rispettati. Esistono norme che regolano l’autocontrollo per le aziende interessate, ma spesso vengono eluse o tali controlli sono effettuati in periodi vicini ad una manutenzione effettuata; la stessa ARPA o le USL di competenza del resto non riescono ad assicurare un controllo metodico e continuo dato i continui tagli alla spesa e al personale cui sono stati sottoposti negli ultimi anni, perciò ritengo che i primi controllori non possiamo che essere noi comuni cittadini attraverso un monitoraggio permanente della salute del nostro territorio, cominciando con il voler vederci chiaro ogni qualvolta i nostri rassicuranti politici si rivolgono a noi per convincerci della bontà di scelte di cui non siamo per nulla convinti.

Tonino Ditaranto

1 commento:

Franco Bifani ha detto...

Tonino, hai scritto un pezzo magnifico, nel tuo stile incisivo, chiaro, efficace ed alieno da reticenze. Io ricordo uno special, in TV, anni fa, sui disastri ecologici della zona di Mestre-Porto Marghera, con abitazioni che sorgevano su melme insidiose, con poveracci che respiravano veleni, e che se ne morivano, a centinaia, di ogni età. E lo stesso ho visto, sempre in TV, su quello che accade a Taranto e dintorni e a Gela; il tutto prosegue, indisturbato, si fa di tutto pur di produrre, anche a costo della morte di chi collabora alla produzione, al posto più infimo della scala gerarchica, ossia gli operai e le loro famiglie.