giovedì 3 luglio 2014

Consiglio comunale: SPERIAMO CHE CRESCA

Consiglio comunale: speriamo che cresca.
Speriamo che cresca, si speriamolo per davvero, che crescano politicamente i neo consiglieri eletti, sia di maggioranza che di opposizione, e speriamo che cresca anche il senso critico di coloro che in consiglio non si sentono rappresentati, altrimenti davvero ci troveremo di fronte ad un periodo in cui la pubblica Amministrazione sarà solo appannaggio di tecnici o di addetti ali lavori.
La cronaca dell’ultimo consiglio è stata ampiamente riportata in modo abbastanza fedele nei vari blog cittadini, e anche sulla Gazzetta di Parma; quello che manca a mio avviso è il resoconto di ciò che il consiglio è riuscito ad esprimere in termini di valori politici.
Si discuteva il bilancio consuntivo, ma prima il doveroso compito di eleggere i rappresentanti di Fidenza nel consiglio delle Terre Verdiane e prima ancora e ancora più doverosa la discussione sulla delibera del distretto ASP di Fidenza che con un voto unanime di tutti i comuni rappresentati ha letteralmente mandato a puttane le sacrosante aspettative di centinaia di lavoratori che chiedevano garanzie e ha affidato alle cooperative l’intera gestione di case protette e casa di riposo. Ho rivisto la discussione via web e trà un misto tra insofferenza e un po di indignazione, e naturalmente mettendomi le mani tra i capelli, non riuscivo a rassegnarmi al fatto che tutta la questione ASP fosse riportata solo ad una questione numerica, o di scadenze da rispettare, quando il vero dramma è quello di persone che hanno una loro dignità e che si sentono sballottati e presi in giro da un pugno di persone che giocano a fare politica. Signori, si tratta di operare delle scelte e come tale bisogna decidere se si sta dalla parte delle lavoratrici che operano nel settore sociale, spesso con turni massacranti e mal pagate e che chiedono maggiori garanzie sulla piena applicazione dei loro diritti oppure condannarle ad una vita lavorativa fatta di ricatti e di continue pressioni, e ad  una sempre maggiore cottimizzazione del lavoro, a scapito non solo delle lavoratrici ma degli stessi assistiti. Il PD, Massari, i suoi colleghi sindaci che rispondono tutti agli stessi burattinai hanno scelto la privatizzazione, e l’opposizione, i consiglieri che gridano alla partitocrazia di andarsene a casa, cosa hanno scelto? Non basta una semplice dichiarazione di contrarietà declamata da una sedia del Consiglio comunale, ma in questi casi occorre avere coraggio e scendere nelle piazze a fianco dei lavoratori per costringere coloro che invece vogliono continuare a mantenere un potere ricattatorio a rimangiarsi le scelte sciagurate e fare marcia indietro.
Altra nota dolente le Terre Verdiane; va da se che la maggioranza dovesse eleggere due rappresentanti del PD, unico partito di maggioranza, ma i consiglieri della lista Rigoni e quella dei cinque stelle, non hanno forse fatto la loro campagna elettorale sullo slogan che non hanno nulla a che spartire con la partitocrazia? Allora, come si giustifica il voto alla Gambarini, capo gruppo di Forza Italia? Non sarebbe stato forse meglio cercare di puntare sulla elezione di un rappresentante indipendente dai partiti che potesse quanto meno portare una voce critica nelle Terre Verdiane e che potesse contrastare in qualche modo il sistema di spartizioni messo in piedi proprio da i partiti:
Bilancio; si trattava si di un consuntivo e dal momento che riguardava la passata amministrazione andava comunque approvato per correttezza, ma possibile che a nessuno sia venuto in mente di provare comunque a guardare dentro le singole voci, magari sul sociale o sui fondi per la scuola e provare a dare indicazioni per il futuro che non ricalcassero le sciaguarataggini della passata Amministrazione?
Il Consiglio comunale è il posto dove si dovrebbe fare politica e non quello in cui ci si va solo per alzare o meno la mano, o per scaldare una sedia, o peggio per non scaldarle per nulla come ha fatto la maggioranza durante la discussione del bilancio. Fidenza ha bisogno di progetti per il suo rilancio economico, sociale e culturale, ha bisogno che si diano risposte ai tanti lavoratori del commercio che hanno chiuso o che rischiano di chiudere le loro attività. Le risposte alle domande che aspettano i cittadini sono tante e complesse; non ci resta di augurarci quindi che il consiglio comunale possa crescere e che possa ridare quel senso che oggi manca alla politica cittadina.

Tonino Ditaranto

1 commento:

Franco Bifani ha detto...

Come sempre, perlomeno dal dopoguerra ad oggi, e in modo sempre più marcato e perverso, le amministrazioni del bene pubblico, della cosiddetta Res Publica, rimangono un cerchio chiuso nei propri interessi ed egoismi di partito, rivolti sempre alla medesima casta di eletti ed intoccabili e ad un entourage di prediletti, il cui potere, da quasi 70 anni, risulta ereditario. Chi tocca questo cerchio, muore fulminato; chi è dentro è dentro, chi è fuori è fuori, e deve abbozzare, chinando il capo di fronte alle decisioni superne e superiori, di chi sta ai piani alti dei palazzi del potere, dagli uffici comunali agli scranni del Parlamento. Il feudalesimo non è affatto finito secoli fa, si è solo trasformato in un clientelismo, ben oliato e gestito, per tenere sotto stretto controllo i sudditi italici, aggiogati e con anello al naso. Chi spera che, da un sindaco e da una giunta nuovi possano sortire delle novità, è un povero illuso, cornuto e mazziato.