lunedì 23 settembre 2013

Arte e gusto lucano a Fidenza

Avrà luogo sabato 28 settembre 2013 alle ore 18,30 presso lo studio  Art e Design di Antonella Rabaglia in via XXIV maggio 62 in Fidenza un un "aper-art" con esposizioni di opere dell'artista lucano Nicola Filazzola e degustazioni di un mix di vini e prodotti della Lucania e della regione ospitante.



Nicola Filazzola vive e lavora tra Matera e Grizzana Morandi, piccolo centro dell’Appennino emiliano, con lo studio a La Scola, antico borgo medievale.Agli inizi degli anni ’70 l’attività artistica incrocia la passione politica e l’impegno civile. Risale a quell’epoca l’incontro con artisti come Ennio Calabria e Vittorio Basaglia, esponenti di rilievo della “Nuova figurazione” con i quali stabilisce saldi legami di amicizia. Ha tenuto mostre personali nelle maggiori città italiane ed estere. Sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private. Tra le personalità che hanno scritto di Filazzola si ricordano: Ernesto Treccani, Dario Micacchi, Francesco Vincitorio, Elisa Acanfora. Della sua grafica si segnala la cartella di acqueforti-acquetinte del 1978: Violenza e politica in provincia di Matera, 1902-1940. Così come da ricordare sono i ritratti di Don ABBONDIO, Padre Pirrone, Don Traiella, raccolti nel quaderno :”Poesie del disamore e della paura” una riflessione crudele sui rapporti clero e potere.
 
Nel 1998 pubblica :”Il fante di Tursi”, opera grafica e ragionata nata dalla lettura dei monumenti di guerra della Basilicata. Nel 2004 nella Sala Museale del Baraccano di Bologna, espone il ciclo pittorico dedicato alle trasformazioni della campagna meridionale. Ha realizzato opere per le sale consiliari dei Comuni di Montescaglioso e Pisticci.
Da alcuni anni, negli ipogei del suo studio, situati nel cuore del Sasso Caveoso di Matera, promuove interessanti incontri culturali, ultimo, quello con le opere di Tonino Guerra.



mercoledì 18 settembre 2013

Concordia e discordia in Italia Tutte le operazioni di raddrizzamento della Costa Concordia, con relativi trionfalismi, proclami, tra rullar di tamburi e squilli di trombe, apologie, panegirici ed agiografie mediatici, ululati di sirene, applausi, passerelle e red carpet di personaggi del Governo e dintorni, mi hanno veramente sconcertato. L'evento, per gli italiani in genere, ha assunto e rivestito una tale importanza, da oscurare persino la volontà di Berlusconi di mandare in onda il suo video-messaggio, rimandato a miglior data. Stormi di uccelli neri, corvi del turismo macabro ed avvoltoi del gossip funesto, si sono riversati, a documentare l'avvenimento, sulla costa dell'isola del Giglio o su gusci di noce di fortuna. Molti isolani avranno messo giù il muso, pensando al calo di turisti, per la prossima estate, dato che mancherà l'attrazione principale. Pareva quasi di assistere allo spot dell'Amaro Montenegro, ingigantito solo nella quantità, più che nella qualità. Io spero che qualcuno, oltre ai parenti delle due vittime, ancora intrappolate tra i rottami, abbia rivolto anche un solo tenue e vago pensiero al ricordo dei 32 poveracci, affogati nel disastro. Per me, esultare per il raddrizzamento di quella nave, ennesimo ed assurdo mostro marino da crociera, sarebbe come sentirsi orgogliosi del fatto che, nonostante la tragica strage degli abitanti della valle sottostante, la diga del Vajont abbia resistito all'urto immane delle acque. In Italia, tra poco, ululeranno le sirene d'allarme dell'IMU e dell'IVA; la Concordia e l'Italia, entrambe, non galleggiano, ma sono solo precariamente poggiate su un fondale. Partirà la nave partirà, dove arriverà, questo non si sa... Intanto, il principale colpevole di diecine di vittime sulla nave che comandava, l'eroico e glorioso Capitan Schettino, sta combattendo furiosamente, ai domiciliari, per il dissequestro della sua adorata moto, coccolato e strenuamente difeso dai compaesani della costiera campana. Se il grande Padre Dante fosse stato qui, presente, ancora una volta avrebbe lamentato: Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello! Franco Bifani

mercoledì 11 settembre 2013

Oggetti smarriti


se non dovessero presentarsi i proprietari delle carte di identità, cosa faranno le metteranno all'asta?

domenica 8 settembre 2013

Difensori della Costituzione a chiacchiere

Difendiamo la Costituzione: a chiacchiere

Banchetti del Movimento 5 stelle il tutta Italia per raccogliere le firme contro la proposta del Governo di modifica dell’art. 138 della Costituzione che fissa in non meno di tre mesi i tempi di discussione tra le due Camere Parlamentari delle leggi di revisione della Costituzione.
Senza entrare nel merito della vicenda, cui lascio la discussione in altri momenti (va ricordato che solitamente ci lamentiamo per le lungaggini, mentre questa volta ci si lamenta perché si vogliono accorciare i tempi), a questi difensori della Costituzione della domenica, gli altri giorni sono dedicati alla spiaggia, vorrei far notare come il loro indiscusso burattinaio non meno di qualche mese fa avanzava la proposta di modifica dell’art. 67 che recita in questo modo: “ OGNI MEMBRO DEL PARLAMENTO RAPPRESENTA LA NAZIONE ED ESERCITA LA SUA FUNZIONE SENZA VINCOLO DI MANDATO”.
Alla faccia dei difensori della Costituzione.
Strano che i movimentocinquestellini si riscoprino difensori della Costituzione su una vicenda che per certi aspetti potrebbe rivelarsi migliorativa, mentre invece pretendono di cambiarla togliendo la loro autonomia politica ai Parlamentari per farli diventare per legge burattini nelle mani dei partiti al pari degli attuali parlamentari grillini che devono chiedere il permesso al loro guru anche per andare a pisciare.
La Costituzione si difende con i propri comportamenti, accettando le regole democratiche che prevedono il dialogo tra le forze politiche e forme associative e non si rifiutano gli incontri con i sindacati e le associazioni di categoria come fa il Sindaco fantoccio di Parma.
A questi signori l’unica cosa che mi viene da dire è giù le mani dalla costituzione perché da quello che avete fatto vedere fino a questo momento voi non centrate nulla ne con la Costituzione ne con la Democrazia.

Tonino Ditaranto 

Fidenza, cronaca di un qualunque venerdì sera di fine estate

Fidenza, cronaca di un qualunque venerdì sera di fine estate.
Le 9 e un quarto di sera, ho appena finito di cenare e in casa l’afa ti soffoca nonostante le finestre completamente spalancate nell’appartamento dove abito all’ottavo piano; decido di fare due passi e piano piano mi avvio verso San Michele e svolto in via Berenini.  Seduti alle scale delle Orsoline due ragazzi fumano una sigaretta prima di rientrare nei locali dello stabile dove stanno lavorando agli ultimi ritocchi di una mostra. Via Berenini un deserto, pure l’insegna spenta del bar dove di solito mi fermo a comprare le sigarette; cosi fino in Piazza dove alcuni avventori siedono sulle panchine e altri, non tanti, occupano i tavolini del caffè nuovo sorseggiando una bibita e godendosi quel filo di aria che solitamente soffia in piazza Garibaldi.
Ciao Gian, sei fuori? Ti aspetto all’obelisco. Intanto che il mio amico mi raggiunge mi fumo una sigaretta e osservo l’unica persona che non abbia una faccia conosciuta che con il telefonino scatta qualche foto al palazzo del comune e ai portici vicini.
Dai, facciamo due passi, allunghiamoci fino allo Scarlet.
Via Cavour è la fotocopia di via Berenini, dire che non ci fosse neanche un cane sarebbe sbagliato, perché di fatti un cane che il padrone aveva portato fuori per fare i bisogni lo abbiamo trovato.
Davanti allo scarlet un nutrito gruppo di ragazzi, qualche decina, staziona con una birra tra le mani; niente rispetto alla sera precedente quando la piazza era piena in occasione dello spettacolo di un gruppo di ragazzi che fa laboratorio teatrale. Ci rendiamo conto subito di essere fuori luogo, tra noi e i presenti passano abbondantemente almeno un paio di generazioni, cosi quasi delusi riprendiamo la strada del ritorno verso la piazza.

Gian osserva che in piazza un po di movimento in effetti ci sia, mi guardo intorno, si gli rispondo, peccato solo che gli unici due italiani presenti siamo io e lui, un fidentino e un terrone divenuti per caso o forse per scelta parte dell’arredo urbano del centro.

lunedì 2 settembre 2013

Se la Lucania chiudesse i rubinetti la Padania resterebbe al buio


Si è svolta a Fidenza la festa regionale della Lega nord che ha visto la partecipazione del Presidente della Giunta Regionale lombarda Maroni.
Senza voler entrare nel merito della riuscita o meno della festa che lascio al giudizio dei cittadini fidentini e senza neanche prendere in considerazioni i soliti stupidi slogan contro la Kyeng, la Boldrini e la Bonino che campeggiavano sugli striscioni appesi al palco, mi limiterò ad una considerazione personale riguardo la tanto propagandata ipotesi (falsa) che il nord sostiene il sud.
Il 15% del petrolio necessario al fabbisogno energetico italiano proviene dai pozzi petroliferi della Basilicata, senza che questa regione riceva in cambio un adeguato compenso (solo il 6,50% di royaltis contro il 45-60 dei paesi arabi).
Stando a questi dati, si potrebbe ipotizzare che nel caso in cui la Lucania decidesse di chiudere i rubinetti buona parte della Padania si potrebbe ritrovare al buio.

concerto conclusivo della festa della Lega Nord a Fidenza. Ore 22,30