giovedì 31 gennaio 2013

Vendesi posti in Parlamento


Quanto costa un posto da parlamentare?
Stando alle notizie diffuse dal “Fatto Quotidiano” i candidati posti nei primi posti delle liste sia per la Camera che per il Senato alle prossime elezioni politiche per il PD e per il PDL, ma il fenomeno non risparmia neanche la Lega Nord, devono versare nelle casse del partito una quota di ingresso.
Assicurarsi un posto nelle prime file nel PD costa 35000 euro pagabili a rate, mentre nel PDL l’importo da versare è di 25000 euro in unica soluzione, il tutto rimborsabile in caso di non elezione.
Lo chiamano contributo per le spese della campagna elettorale; se cosi fosse però non si capisce la rimborsabilità. Quindi non di contributo si tratta ma di un vero e proprio acquisto di un posto in Parlamento con la clausola del “soddisfatti o rimborsati”.
Mi vengono in mente i tanti caseggiati fatti con il PCI per la raccolta dei fondi delle campagne elettorali; le mille lire versate da operai e anche da disoccupati con grande generosità pur di riuscire a portare in Parlamento un proprio rappresentante.
Chi potrà rappresentare oggi invece un deputato che investe 35000 euro personali se non se stesso?
Operai e disoccupati siete avvertiti: non fatevi mai venire in mente di aspirare ad un posto in Parlamento perché per poterlo fare dovreste fare un mutuo in banca che naturalmente vi sarà negato.
Tonino Ditaranto

mercoledì 30 gennaio 2013

La vera rivoluzione civile: RIFIUTARE LE SCHEDE


La vera rivoluzione civile: rifiutare le schede!!!
Un popolo che non si ribella, ma che accetta con rassegnazione la sorte scrittagli da altri è un popolo che mostra tutte le sue debolezze.
Questa oggi è la sensazione che si percepisce da parte del popolo italiano, pronto nuovamente a recarsi alle urne, con estrema rassegnazione appunto, per scegliere ancora una volta un parlamento di cui non si sentirà in alcun modo rappresentato, ma che voterà lo stesso con la classica logica del meno peggio.
Viviamo l’epoca in cui ogni valore politico e morale, ogni insegnamento dei padri costituenti e dei combattenti che hanno dato la vita per la libertà è stato letteralmente annientato e sostituito dalla bramosia di potere, dall’individualismo generale, dalla scalata personale e personalistica ai bottoni del comando, il tutto per soddisfare il proprio egoismo e quello di lobbies finanziarie sempre più padrone del sistema politico che governa l’Europa. Monti altri non è che l’uomo delle banche; colui che deve disegnare e mantenere per loro conto la dittatura finanziaria in atto negli stati europei, mentre dall’altra parte Bersani, che tanto si scandalizza e minaccia sbranamenti per le accuse di collusione con il MPS che vengono rivolte al suo partito, meglio farebbe a nascondere la faccia, protagonista in negativo cui è stato il PD-PDS negli ultimi vent’anni al quale sicuramente vanno addebitate buona parte delle disgrazie cadute sul mondo del lavoro, con le leggi sul precariato. Piuttosto Bersani ci spiegasse in che rapporto è il PD con quel mondo oramai sempre più inquinato, che fa capo alle cosiddette cooperative rosse e che sia in Emilia che in Toscana, ma anche in altre regioni d’Italia, schiavizza e utilizza manodopera a buon mercato proveniente dai paesi dell’est; si affida per i subappalti a ditte sempre più in odore di malvivenza e soprattutto è il primo utilizzatore di quelle leggi che assumono e licenziano giovani ogni due mesi per mantenere inalterato il loro potere ricattatorio. Questo non sono io a dirlo, ma basta guardarsi le statistiche sull’occupazione giovanile diffuse dall’istat per capire che gli unici a cui fanno veramente comodo le leggi sul precariato sono le cooperative e le agenzie interinali (altro strumento fortemente voluto dal PD-PDS).
Basta ritornare con la memoria ad alcuni mesi or sono per rendersi conto che se oggi ci ritroviamo a votare con una legge elettorale anticostituzionale, questo è dovuto anche alla ferma volontà di Bersani oltre che del PDL e della Lega di mantenere inalterate le loro posizioni di potere e continuare a scegliere liberamente e in modo del tutto autonomo i propri galoppini da portare a Montecitorio e Palazzo Madama.
Su una cosa sia Bersani che Berlusconi hanno entrambi ragione: il voto utile o meglio l’inutilità del voto ai partiti minori.
La ragione però non sta nel fatto che per assicurare la governabilità c’è bisogno di una maggiore polarizzazione della politica. Guai se fosse veramente cosi; la democrazia si regge solo se a rappresentarla ci sono tutte le componenti ideali, culturali, etniche e civile dell’intera nazione. La ragione sta invece ne fatto che se da una parte ci troviamo davanti a due grossi schieramenti che si contendono il Governo dello Sato avendo come obbiettivo entrambi il mantenimento degli accordi con l’Europa, dall’altra i cosiddetti partiti minori sono allo stesso modo risucchiati nella stessa logica che vuole la politica serva di interessi posti al disopra della politica stessa.
Non si spiegherebbe altrimenti perché nessuno di essi, Vendola, Ingroia e M5S compresi, non abbiano fatto un reale percorso di scelta democratica delle candidature ma hanno operato una selezione nella formulazione delle liste dettate dalla stessa logica dell’assicurare ad una stretta cerchia di amici e amici degli amici un posto sicuro in parlamento.
La situazione non più sostenibile delle condizioni degli italiani è sotto gli occhi di tutti; la disoccupazione continua a crescere in modo incontrollabile, e altrettanto in modo incontrollabile cresce di pari passo la corruzione e la lunga mano della mafia e delle banche sull’economia reale del Paese. D questo passo tutto ci porta ad ipotizzare un cammino in fondo al quale sulla strada degli italiani si prospetti solo il baratro.
Gli unici in grado di poter cambiare percorso e scegliere la strada più sicura sono gli italiani; è necessario però che acquistino consapevolezza del pericolo e con fermezza riprendano in mano il proprio destino.
Continuare ad accettare la logica del meno peggio potrà solo allungare la lenta agonia cui si è condannati; di qui l’importanza di un segnale forte; una vera rivoluzione che cominci con il rifiutarsi di partecipare alla spartizione del banchetto della tavola imbandita solo per i soliti e ristabilire il principio che solo il popolo può decidere del proprio futuro.
Rifiutare la scheda elettorale, non accettare una legge elettorale che calpesta i nostri diritti è solo il primo passo dell’unica vera rivoluzione civile che possiamo mettere in atto. Si eleggessero pure da soli il loro Parlamento fantoccio ma senza la legittimazione della maggioranza degli italiani il popolo potrà decidere di rimuoverlo in qualunque momento e ridare dignità a questo straordinario magnifico Stato.

Tonino Ditaranto

domenica 27 gennaio 2013

La Giornata della Memoria e quella della s-memoria

La Giornata della Memoria e quella della s-memoria A proposito della Giornata della Memoria, io credo però che le sue celebrazioni siano giunte ad un punto in cui continuare a richiamarla, nei soliti triti e ritriti modi e riti canonici, serva oramai a poco o niente. Ciò sottolineando che siamo in un Paese pieno zeppo di armadi della vergogna, preteriti e recenti. Ad es., si sopporta, in parecchie città, che esistano e prosperino sedi di associazioni e partiti di estrema destra, nazifascistoidi,come CasaPound, e poi, nel medesimo luogo,si mettono in atto iniziative in ricordo della Shoah e dintorni. Vi sembra logico ed onesto, eticamente e politicamente? E' un po' come l'ipocrisia dello Stato, con il suo monopolio nella vendita di sigarette, che sul pacchetto portano, però, quale alibi farisaico, scritte di avvisi di morte. E poi, perché ricordare solo la strage degli ebrei e non tutti gli altri genocidii, per cui non si è mai chiesto perdono, alle vittime ed ai superstiti, nel corso della storia, passata e recente? Vedi quelli contro gli amerindi, le stragi in Congo, il genocidio armeno, quelli in Vietnam, in Cambogia, in Cina, nell'URSS, in Bosnia, in Australia e Nuova Zelanda. Ad Hiroshima ed a Nagasaki, nel forno crematorio creato da due bombe atomiche, perirono, all'istante, centinaia di migliaia di persone innocenti, di ogni età. Nel loro piccolo, definiamolo così, si sono dati da fare, con zelo ed alacrità, anche Pinochet e Videla, Duarte e Romero; ma erano protetti dalla Chiesa nazionale e piacevano tanto ai monsignori locali. Però, se lo si facesse, si darebbe fastidio a potenze europee e mondiali, che poi si irriterebbero molto e se ne vendicherebbero strozzandoci sul piano economico e finanziario, vedi ad es., USA, Russia, la Cina che ci inonda di schifezze made in PRC, il Belgio, il Regno Unito, la Turchia. Oggi, rivedevo, per l'ennesima volta, le testimonianze dei pochi superstiti di Auschwitz e di altri Lager. Ma chi è molto giovane non ha informazioni sufficienti, dalla scuola ed in famiglia o da altre agenzie educative, onde collocare in modo corretto e proficuo, quanto vede e sente. Ogni anno, si rispolverano sempre i soliti films e documentari, si ascoltano sempre le medesime testimonianze, in calo continuo, per ragioni anagrafiche. Ma non è così, per un breve periodo l'anno, pur tra i ricordi tragici ed orribili di alcuni 80-90enni, che le nuove generazioni potranno veramente crescere pure e libere dai virus della xenofobia, del razzismo, del nazifascismo. Io, classe 1945, e, come me, la gran parte dei miei coetanei, siamo arrivati alla maturità classica, senza mai sentire una sola sillaba, in famiglia, a scuola, in chiesa, sul genocidio degli ebrei. Anzi, nei primi anni '60, ricordo che imperversavano docu-films molto ambigui, su Hitler e Mussolini. Ed ero guardato a vista e con sconcerto, dai colleghi, quando, invece, come docente, ne informavo con abbondanza di particolari, i miei alunni; quello era far politica! E sui libercoli del Catechismo da oratorio, in preparazione per Cresima e Comunione, negli anni '50, gli ebrei erano ancora raffigurati come appartenenti ad un popolo deicìda, con nasi adunchi ed espressioni grifagne, sul modello dell'Assalonne Mordivò dei giornalucoli fascisti della leggi razziali. E infine, non è forse una bestiale ed infame forma di discriminazione sessuale, che arriva, sempre più spesso, all'omicidio, il disprezzo per le donne, che insozza tanti, troppi maschi, nostrani e non, e quello contro i gay? Eppure, tutti, come per la Shoah, si stracciano abiti, calze, mutande, per il momento contingente e per qualche giorno l'anno, poi, tutto ritorna all'a-normalità precedente. Ricordo che, seppur tra parecchie controversie, l'ONU aveva definito come genocidio “tutti gli atti commessi con l'intenzione di distruggere, in tutto o in parte,un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso”; io ci includerei anche chi appartiene ad un diverso sesso o segue sue particolari tendenze sessuali. Franco Bifani

venerdì 25 gennaio 2013

Da un'intercettazione effettuata nell'ambito dell'inchiesta "Slot machine"che ha portato all'esecuzione di 29 ordinanze di custodia cautelare e al sequestro di beni per oltre 90 milioni di Euro nei confronti degli appartenenti a un'associazione a delinquere capeggiata da Nicola Femia, , un boss della 'ndrangheta che dalla provincia di Ravenna dirigeva sul territorio nazionale ed estero - anche grazie a vere e proprie estorsioni - un'intensa attività illecita nel settore del gioco online illegale e delle videoslot manomesse, è spuntata fuori anche una minaccia di morte esplicita ("Spariamo in bocca a Tizian") nei confronti di Giovanni Tizian, giornalista della Gazzetta di Modena e collaboratore di Repubblica e del gruppo l'Espresso, già messo sotto scorta per motivi di sicurezza legati al suo giornalismo antimafia. Il nome di Tizian è emerso dalla telefonata fra il presunto capo della banda, Femia, e l'imprenditore Guido Torello, con il boss della 'ndrangheta insofferente rispetto agli articoli che Tizian aveva cominciato a scrivere sul quotidiano modenese evidenziando i legami di Femia con la criminalità organizzata calabrese. "Che dire, grazie per la vicinanza e la solidarietà", ha scritto Tizian su Facebook con un post di risposta alla valanga di messaggi di solidarietà che gli sono arrivati da tutta Italia. Solidarietà al giornalista minacciato è stata espresse su Twitter dal leader di Sel Nichi Vendola, dal presidente dell'Idv Antonio Di Pietro e dal segretario del Pd Pier Luigi Bersani. Il leader di Rivoluzione civile Antonio Ingroia ha espresso piena solidarietà a Giovanni Tizian, così come il presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani, dalla presidente dell'Assemblea Legislativa della regione Emilia-Romagna e dal Presidente della Provincia di Modena. Si sono accodati il sindaco di Modena, di Reggio Emilia-Romagna ed il presidente nazionale dell'ARCI. Io però sono piuttosto scettico circa tutto questo sproloquio di solidarietà ambigua e pelosa nei confronti del giornalista, solo e soltanto quando è uscito il testo dell'intercettazione. Ma prima, non si sapeva che Tizian era minacciato, perché da anni pubblicava articoli sulle infiltrazioni mafiose in Emilia-Romagna? E che cosa mai, coloro che ora si profondono, ora, in una gara di vicinanza etica e politica con Tizian, che mai metteranno poi in atto, per proteggerlo e per snidare altri criminali dai loro buchi neri e maleodoranti di morte e di putridume morale? Tra il dire e il fare c'è di mezzo non tanto il mare, quanto un oceano. A parlare e a produrre aria fritta e bolle di sapone, sono capaci tutti; quando poi si tratta di contrastare le mafie, tutti iniziano a ritirarsi, in buon ordine. Tengono tutti famiglia... Franco Bifani

SENZA PUDORE


A te verranno a frotte;
 con parole dai suoni angelici,
belli si renderanno al tuo vedere,
con camice nuove di seta e ingessati abiti di velluto.
Ti faranno la corte;
sublimi discorsi su futuri radiosi
imbastiranno per rendere gioviali
ai tuoi occhi le loro rinate magnificenze.
Tesseranno lodi e si prostreranno  ai tuoi piedi;
per un attimo ti faranno credere di essere un Dio.
Quando chiederai loro conto di dove erano
Il giorno in cui non potevi comprare il latte a tuo figlio
col  volto dispiaciuto ti diranno che essi non c’erano,
altri si erano macchiati di una si tale infamia;
e quando chiederai  conto del loro silenzio
il giorno in cui ti buttarono fuori dalla fabbrica
sbattendoti per strada senza più un lavoro
ti sarà risposto che nulla poterono perché altri….!
Altri, sempre altri;
mai una volta accetteranno le colpe
dell’infamia cui si sono macchiati.
Avidi come sempre e senza pudore
dai loro colpevoli occhi faranno sgorgare
finte lacrime di pentimento.
Pentimento falso e false lacrime
come quelle dell’Aquila;
come quelle della  Ministro
il giorno in cui firmava la condanna di tanti
ad un destino senza futuro.
Attento a te uomo dalle piaghe sulla schiena,
non lasciarti ancora incantare da abili suonatori di piffero;
molte volte lo hai fatto e ogni volta
 sei stato risucchiato dalla dolce melodia.
Fatti Ulisse per una volta,  prepara i tuoi tappi di cera;
Lascia che la nave passi indenne dal lido delle sirene,
solo cosi potrai vedere la loro bramosia
ardere insieme alla rabbia.

Tonino Ditaranto

martedì 22 gennaio 2013

lunedì 21 gennaio 2013

La "ndrangheta" padrona delle province lombarde

Stando ad una relazione parlamentare diffusa nei giorni scorsi, la " ndrangheta" sarebbe ormai padrona di molte attività legate all'edilizia in Lombardia. Siamo certi però che il fenomeno sia circoscritto alle province lombarde? Da tempo denunciamo da queste pagine fenomeni di caporalato che investono anche la nostra provincia e le altre zone dell'Emilia; stessa cosa si può dire con certezza avviene in altre regioni del Nord Italia. Tutto ciò acquista un carattere di natura sociale e politica vista la natura del controllo che ormai si è instaurato nel settore edile da parte delle famiglie appartenenti alle cosche mafiose e che di fatto regolano le leggi del mercato

" il Sole 24 ore "


Punto giovane: le ragioni di Aiello

Riportiamo sotto l'intervista rilasciata dall'Assessore Aiello al " Mattino" di Parma, relativa allo spostamento del punto giovane dalla San Donnino direttamente sotto il controllo del Comune.
Ad Aiello però una considerazione personale riteniamo opportuno fare.
Nel momento in cui si rivolge al gruppo nato su fb relativo al reinserimento della Signora Malerba in detto servizio, Aiello prende una grossa cantonata quando ritiene di ridimensionare il gruppo a 10-15 elementi, a suo dire.
La politica giovanile non può essere una questione numerica di persone, ma di coinvolgimento generale di tutti coloro cui ci si vuole rivolgere, senza esclusione alcuna e senza pregiudizi politici sull'appartenenza o meno di alcuni di questi. Aiello bene ha fatto a rimettere le cose nella giusta carreggiata, ma non deve avere la presunzione però di pensare che si possa ottimizzare un servizio senza l'apporto costruttivo di coloro che in qualche modo hanno fatto si che detto servizio funzionasse in modo efficente

intervista ad aiello


domenica 20 gennaio 2013

Qualcuno è "comunista"

Qualcuno è comunista!!
Qualcuno è comunista perché il comunismo non c’è mai stato;
qualcuno è comunista perché Berlinguer era comunista;
qualcuno è comunista perche Ferrero e Diliberto non lo sono mai stati;
qualcuno è comunista perché Stalin non era comunista ma criminale;
qualcuno è comunista perché comunismo e bene comune sono la stesa cosa;
qualcuno è comunista perché ha combattuto il comunismo della Russia.
Qualcuno è comunista perché comunismo è solidarietà;
qualcuno è comunista perché comunismo è fratellanza;
qualcuno è comunista perché Spartaco era comunista;
qualcuno è comunista perché è contro l’indifferenza;
qualcuno è comunista perché Gesù era comunista;
qualcuno è comunista perché Francesco d’Assisi era comunista;
qualcuno è comunista perché il comunismo sconfigge la paura;
qualcuno è comunista perché l’odio è il rancore non sono comunisti;
qualcuno è comunista perché comunismo e libertà sono la stessa cosa;
qualcuno è comunista perché crede che l’universo è parte di ciascuno di noi;
qualcuno è comunista perché la natura è parte di ognuno di noi;
qualcuno è comunista perché non è utopia ma pensiero sublime;
qualcuno è comunista perché amare il prossimo vuol dire essere comunista;
qualcuno è comunista perché Dio disse andate ed amatevi l’un l’altro;
qualcuno è comunista perché odia la guerra;
qualcuno è comunista perché crede che la pace e la coesistenza tra i popoli sia una cosa bella;
Qualcuno è comunista perché gli uomini sono tutti uguali;
qualcuno è comunista perché non ci può essere giustizia in un mondo dove non siamo tutti uguali;
qualcuno è comunista perché gli idioti e gli imbecilli credono ancora allo spauracchio del comunismo e fanno si che un pugno di uomini decidano il destino di altri uomini;
Qualcuno è comunista perché si è rotto le scatole di doversi giustificare e senza nascondersi dietro a uno specchio ad alta voce dice si, sono comunista e non mi vergogno affatto di esserlo.
Tonino Ditaranto



La "bella" o la "bestia"?

Si rimane senza parole davanti alle intercettazioni che hanno coinvolto l'ex Prefetto dell'Aquila Giovanna Maria Iurato.
Le risate  degli imprenditori implicati negli appalti per la ricostruzione,che per tanti di noi, anche se inconcepibili, erano una cosa quasi normale visto i tempi di grandi corruzioni cui stiamo vivendo, diventano di cattivissimo gusto quando escono dalla bocca di un rappresentante delle Istituzioni.
Ci fermiamo qui con i commenti personali e lasciamo a voi il compito di giudicare leggendo e ascoltando le intercettazioni alla Iurato.

L'Aquila RAI NEWS 24

video


sabato 19 gennaio 2013

Rocco Scotellaro: il poeta contadino




Due pesi due misure


E' di oggi la notizia, riportata dalla Gazzetta di Parma, di un cittadino fidentino arrestato dalla Procura di La Spezia e tradotto in carcere per misura cautelare, con l'accusa di essere procacciatore di clienti per un centro benessere in cui venivano praticati massaggi osè; mentre sempre di questi giorni la notizia, riportata da tutte le testate nazionali, cartacee e televisive, dell'arresto ai domiciliari del capogruppo del PDL al Consiglio Regionale Emilia Romagna, Luigi Giuseppe Villani, dell'ex Sindaco di Parma Vignali e di altri due loro complici, accusati di aver sottratto denaro pubblico per utilizzo a scopo personale.
Senza entrare nelle decisioni sacrosante delle rispettive Procure, che avranno applicato di sicuro le normative previste dalla legge per questi casi, ci viene comunque normale una considerazione personale: come è possibile che mentre finisce dietro le sbarre uno che per quanto grave sia la propria colpa, presumibilmente si è macchiato di un reato che riguarda esclusivamente la sfera personale delle persone (i cosiddetti clienti erano consenzienti e spendevano denaro proprio), mentre chi presumibilmente ha rubato milioni, sottraendoli ai cittadini se ne può stare tranquillamente a casa propria, al calduccio di un termosifone, a leggersi tranquillamente il giornale o a guardare la televisione, con una colf che magari gli serve biscotti e caffe?
No si contribuisce per caso in questo modo ad alimentare il pensiero diffuso che per la giustizia italiana in galera ci vanno soltanto i ladri di polli mentre i ladri, quelli veri, se la cavano sempre a buon mercato?
Due pesi due misure dicevamo; potremmo anche aggiustare il detto a due Paesi due misure se spostiamo il tiro ma rimanendo nell'ambito di ciò che è capitato al cittadino fidentino.
In Germania, Paese da tutti riconosciuto liberale, le casse dello stato hanno incassato la bellezza di quattro miliardi all'anno da quando è stata legalizzata la professione di excort; in Italia Paese che si ostina a ritenersi cattolico,  sotto una continua influenza del Vaticano, lo Stato ha praticato uno sconto di ben sei miliardi di euro sull'IMU  alla chiesa cattolica.
Ora se la matematica non è una opinione, quattro miliardi incassati dalla Germania, più sei miliardi non incassati dall'Italia, fanno dieci miliardi; esattamente la metà di una manovra finanziaria.
Qualche considerazione in questo caso credo sia doveroso da parte di ciascuno di noi.
Buona Domenica


Rivoluzione civile o arrembaggio?


Candidati lista Ingroia Camera dei deputati Emilia Romagna

1) INGROIA ANTONIO
2) FAVIA GIOVANNI (Consigliere regionale M5S Emilia Romagna per due legislature, cacciato dal movimento perchè voleva candidarsi alle elezioni politiche e non accettava la logica che prevede massimo due legislature.
3) DIPIETRO ANTONIO (Segretario nazionale IDV, già ministro dei lavori pubblici nel Governo Prodi nel 1996, parlamentare ininterrottamente dalla stessa data)

Candidati Senato della Repubblica Emilia Romagna

1) DILIBERTO OLIVIERO ( segretario nazionale PDCI, deputato dal 1994 per quattro legislature, Ministro di Grazia e Giustizia con il Governo D'Alema.
2) BORGHESI ANTONIO ( Capogruppo IDV alla Camera dei Deputati, deputato da due legislature.

Con una legge elettorale che prevede l'attribuzione dei seggi elettorali non in base alle preferenze ma con lo scorrimento numerico delle liste, questa di Ingroia più che una rivoluzione civile ha tutta l'aria di essere un arrembaggio ad eventuali posti liberi.

venerdì 18 gennaio 2013

Bene comune


Bene comune
Sentiamo spesso negli ultimi tempi parlare di bene comune, sembra quasi ci sia messi tutti d’accordo per l’utilizzo del termine quasi fosse una parola d’ordine; siamo certi però che abbiamo compreso fino in fondo il suo vero significato?
Un bene si dice comune quando tutti hanno uguale diritto al suo utilizzo e nessuno può impedire o limitarne l’accesso a chiunque.
L’aria che respiriamo in primis dovrebbe essere uno di quei beni; un bene sul cui utilizzo non può esserci una maggioranza o una minoranza a decidere la quantità o la qualità di quella che ognuno di noi deve utilizzare; eppure l’ILVA a Taranto o le tante ciminiere sparse in giro per l’Italia e tra poco anche il termovalorizzatore di Parma, immettono nell’aria tanti di quei veleni che di fatti annullano il diritto di ciascuno a poter utilizzare l’aria di propria appartenenza a proprio piacimento. Qualcuno nelle alte sfere ha deciso che l’aria non è più un bene comune ma che può essere utilizzata e inquinata a beneficio principale dell’economia di mercato. Lo stesso vale per l’acqua, per gli alberi, per i mari e tutto ciò che la natura offre agli abitanti del pianeta ma che per una ragione o per un’altra non possono utilizzare perché qualcuno si arroga il diritto di condizionarne la sua naturalezza.
Tutti siamo convinti del rapporto cosi alterato tra bene comune effettivo ed effettiva disponibilità, eppure, tutti in nome del bene comune si dichiarano pronti a fare crociate per la sua tutela.
Primo tra tutti oggi il più grande partito di centro sinistra e la sua coalizione che si appresta a governare il Paese se dovesse avere il favore degli elettori adotta il bene comune come suo principale slogan della campagna elettorale. Mi viene da chiedere a Bersani e i suoi alleati, sono davvero intenzionati a restituirmi l’acqua che mi è stata tolta o l’aria, o gli uccelli che stupidi leggi consentono di ammazzare per soddisfare le manie di qualche imbecille che si sente uomo solo se imbraccia un fucile? Non sono forse anche gli uccelli bene comune che appartengono all’intera umanità?
In tutta onestà certi proclami se da una parte fanno ridere dall’altra lasciano sgomenti; questo naturalmente non vale solo per Bersani e i suoi alleati, ma anche per tutti coloro che si apprestano a chiederci il voto in nome di un cosi alto ideale, sapendo di mentire. Nessuno escluso, perché per quanto possano cercare di convincerci ci sarà sempre un bene comune che non saranno disposti a concederci.

A scuola con la pistola carica

In America, dove le case costruttrici di armi da fuoco alzano le barricate contro il tentativo di Obama di vietare la vendita di armi e dove sempre più spesso si assiste a vere e proprie stragi nelle scuole e nei luoghi pubblici, accade anche che un bimbo di sette anni si presenta a scuola con una pistola carica.

Dal Mattino

WASHINGTON - Un bimbo di sette anni, della scuola elementare Far Rockaway di New York, è stato trovato con una pistola calibro 22 e delle munizioni nello zainetto che aveva portato con sé a scuola. L'istituto, nel Queens, è rimasto chiuso diverse ore, ed è stato perquisto dagli agenti di polizia per controllare che non vi fossero altre armi nascoste. Secondo le prime ricostruzioni, riportate dalla Cnn, il bambino è arrivato a scuola verso le 7:30 accompagnato dalla madre, che, due ore più tardi, accortasi che il bambino aveva con sé la pistola, è tornata a prenderlo. 

Intenzionata a riprendere la pistola, la donna ha spiegato ai responsabili dell'istituto scolastico in un primo momento di voler prendere il figlio per portarlo da un dentista. 

Più tardi, però, spaventata dalla notizia che la pistola era stata affidata dal bambino a un compagno di classe, si è decisa ad allertare la scuola su quanto effettivamente accaduto. A questo punto è scattato l'allarme. Il compagno di classe del bambino è stato trovato in possesso di un'arma di segnalazione, mentre la pistola calibro 22 era ancora nello zainetto dell'altro bambino, assieme alle munizioni.

La polizia sta indagando per capire come le armi siano finite nello zainetto del piccolo, e chiarire le responsabilità della madre. Non si esclude che possano essere coinvolti anche i figli più grandi, di 21 e 27 anni.

giovedì 17 gennaio 2013

QUI NON SIAMO A NAPOLI

QUI NON SIAMO A NAPOLI
recita il cartello dal chiaro messaggio razziale che qualche buontempone (chiamiamolo cosi) ha affisso alla recinzione dell'antenna telefonica in fondo a via Corradini a Fidenza.
Vogliamo pensare si tratti di un semplice scherzo di cattivo gusto, caso contrario sarebbe davvero un gesto di malcostume e di assoluta forma di razzismo intollerabile per una cittadina civile come Fidenza.
Ad ogni buon conto provvederemo ad informare le autorità competenti affinchè provvedano ad ordinare la rimozione immediata e a verificare,ove ve ne fossero gli estremi, l'eventualità di una segnalazione alle autorità giudiziarie.

Oggetti smarriti

E' stato rinvenuto un televisore smarrito da diverse settimane sotto una siepe in via Andrea Costa, davanti alla centrale telefonica posta tra il civico n. 5 e il passo carrabile n. 99.
si avvisa lo sbadato cittadino che lo riconosca nella foto, che l'oggetto potrà essere ritirato nello stesso posto in cui l'ha smarrito, tutti i giorni a qualunque ora e per i prossimi mesi, visto la scarsissima possibilità di essere trafugato da qualche operatore della nettezza urbana.

Il cerchio magico



Il cerchio magico
 Si tratta, è vero, di un esponente politico non vicino alla sua corrente di pensiero ma è un componente di quel meraviglioso cerchio magico in cui Tizio scrive e pubblica un articolo, immediatamente Caio lo riprende nel suo blog e Sempronio lo copia e lo divulga immediatamente in rete. Un ottimo lavoro di squadra non c’è dubbio.(commento apparso su nave corsara)
Pare che a Fidenza si sia costituito un meraviglioso cerchio magico in cui Tizio, Caio e Sempronio, in un perfetto lavoro di squadra, si pubblicano a vicenda articoli sui blog, che poi spostandosi su Facebook al trio si sottrae uno dei tre e ci si aggiunge una certa “Rosy Mauro”, il tutto in simbiosi per non si capisce quale scopo o obbiettivo.(altro commento sempre sullo stesso blog; sarà la stessa persona?)
Grande preoccupazione desta la costituzione di questa setta segreta, poi non tanto segreta, fatta da amici e amici degli amici.
Strano però che non ci si accorga invece di altri cerchi, di certo meno magici, ma di sicuro più preoccupanti ed efficienti che da anni determinano le sorti (quelle si reali) della città.
C’è il cerchio delle “tre comari”, sul quale qualunque parola spesa non servirebbe a spiegare meglio il concetto espresso dal suo stesso nome, e poi c’è il cerchio del calcestruzzo, quello cioè che continuando a rimanere nell’ombra, quella di un pino, detta le regole e disegna, seduto davanti ad un buon boccale di gutturnio e succulente fette di culatello, piani di sviluppo edilizio da far arrivare belli e pronti sui tavoli preposti pronti per la firma definitiva.
Un cerchio questo al quale in tanti dichiarano di non appartenere e di volerne prendere le distanze, salvo però il continuare a farne a loro insaputa (mica tanto) gli interessi perché non hanno fino in fondo il coraggio di tagliare il cordone ombelicale che li lega ai partiti che sono i primi sostenitori di e complici di detto mostruoso cerchio di potere.
E’ cosi che in vent’anni ho visto nascere quartieri dormitorio senza alcun servizio primario (mi dicono però che succedeva anche prima che io sbarcassi a Fidenza ); centri commerciali e mega strutture galattiche fuori dall’abitato che hanno modificato radicalmente l’assetto economico cittadino al punto da gettare sul lastrico decine di operatori del commercio locale; grattacieli su aree pubbliche e colate di cemento inimmaginabili, tutto a scapito dell’ambiente e del patrimonio artistico della città;
Un cerchio quello del cemento che non conosce fine ne si ferma con l’alternarsi delle amministrazioni, un cerchio che non risponde a nessun valore morale, se non a quello del dio denaro per il quale è nato e per il quale negli anni ha operato senza esclusione di colpi, lasciando uno strascico di vittime sul suo cammino.

mercoledì 16 gennaio 2013

Malfidenze e luoghi comuni.


Anno 33 d.C.
Il povero Pietro, affranto per l’arresto del Signore, alla domanda rivoltagli da alcune persone, pronte a giudicare, se lui non fosse seguace di  Gesù, per tre volte rinnega di essere stato suo amico.
Anno 2013 d.C.
Oggi a Pietro la domanda neanche gliela avrebbero fatta; in periodi di foto, video, web e carta stampata si sarebbe ritrovato crocifisso ancor prima di aver aperto la bocca.
Capita oggi che alcune persone che per un periodo hanno frequentato un uomo malvagio, ma dalle sembianze angeliche, non si sentono rivolgere la domanda fatta a Pietro 2000 anni fa ma direttamente additati, con la pratica dell’insinuazione, di essere stati amici del malvagio, lasciando libero il pensiero di chi ascolta di poter spaziare nelle ipotesi più impensabili, come se la frequentazione di quelle persone volesse significare di per se che si è fatti della stessa pasta.
 “Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei”; oppure “chi va con lo zoppo impara a zoppicare”.
Mai luogo comune è stato più stupido dei due appena citati. Ognuno di noi è quello che è per le proprie azioni e per i propri comportamenti e non chi noi pensiamo possa essere per via delle persone che frequenta;
chiunque invece pretendere di giudicare gli altri seguendo la regola dei luoghi comuni appena citati, non solo dimostra di non conoscere le persone ma anche di essere animato da un tantino di malfidenza.
A già dimenticavo, alcune delle persone che rivolsero le domande a Pietro erano stati notati il giorno della Pasqua con dei ramoscelli d’ulivo nelle mani, mentre inneggiavano a Gesù che a cavallo dell’asinello faceva il suo ingresso in Gerusalemme.
“Il riferimento al Vangelo naturalmente non vuole essere in alcun modo una mia mancanza di rispetto sia a Cristo che a Pietro, uomini che mi affascinano e hanno tutta la mia ammirazione”.

Il lupo è uscito dalla tana ed è finito in via Burla

"Fa specie ritrovarsi a rispondere a chi non ha neanche un rappresentante in Consiglio Comunale"

Con queste parole il Consigliere Regionale Luigi Giuseppe Villani rispondeva al sottoscritto dalle pagine della Gazzetta di Parma nel febbraio del 2011.
A poco meno di due anni apprendiamo del suo arresto per gravi accuse di aver utilizzato denaro pubblico per usi personali.
Alla luce dei fatti, ed in attesa comunque della parola finale che spetta alla giustizia, ci pare comunque poter rispondere al sig Villani che forse nei tanti articoli apparsi su voceliberafidenza in qualche maniera avevamo visto giusto e se noi non avevamo rappresentanti in Consiglio Comunale come da lui fatto notare, a ragion veduta noi possiamo affermare che ci vergogniamo che un personaggio come lui possa rappresentare i cittadini in Consiglio Regionale.

Politiche giovanili: le scelte di Aiello rodono.


La scelta dell’Assessore Aiello, ma credo dell’intera giunta comunale, di riportare le politiche giovanili nelle mani del comune, togliendole alla San Donnino multi servizi, evidentemente rodono cosi tanto visto la mole di polemiche che si apprendono dalla stampa o da articoli di qualche blog locale; rodono cosi tanto che anche i toni usati spesso escono dal seminato e si avventurano in giudizi di “arroganza” nei confronti del giovane Assessore che evidentemente da quando ha preso in mano il settore avrà avuto sentore che qualcosa non quadrava.
Premesso che già in altre occasioni ho avuto modo di esprimere il mio parere circa l’esternalizzazione di servizi importanti come quelli riguardanti i servizi sociali, a maggior ragione non posso oggi che spezzare una lancia in favore della scelta dell’Amministrazione comunale, che va ricordato non gode per nulla dei miei favori nel 99% delle sue scelte.
Io non so quali siano stati i motivi che abbiano spinto fino ad oggi le amministrazioni che si sono succedute ad affidare le politiche giovanili ad una partecipata che nelle sue funzioni primarie ha i servizi per la distribuzione di acqua, gas e raccolta dei rifiuti; ritengo tuttavia un grave errore che a detti servizi si possano aggiungere settori della vita sociale che abbisognano invece di grandi attenzioni politiche in principal modo.
Senza voler entrare nel merito, come fa qualcuno, delle capacità professionali di coloro che hanno gestito fino ad oggi tale servizio, persone che non conosco e sulle quali non mi permetterei in alcun caso di dare un giudizio, ritengo sacrosanta la scelta dell’Assessore Aiello che a mio avviso nasce più da una volontà di voler riportare le cose nella giusta carreggiata piuttosto che da risentimenti personali cosi come paventato da qualcuno.
Ad Aiello vorrei comunque far presente che un servizio di tale rilevanza, sia pur sotto una direzione politica, non può essere realmente efficiente senza il contributo fattivo ed indispensabile dei giovani cui si vuole rivolgere.
Tonino Ditaranto

Parma- Arresti eccellenti

dal blog fidentino






martedì 15 gennaio 2013

Indifferenza o solidarietà?


E’ passata ormai più di una settimana dalla sera in cui passando per caso sotto i portici del comune mi imbattei in un pover uomo disteso lungo per terra, su un giaciglio di cartoni, con addosso una sottile coperta, stava cercando di prendere sonno in quella sera dalle temperature ormai sotto lo zero.
Cominciai a comporre qualche numero di telefono che in quel momento mi dava irraggiungibile e intanto che pensavo al da farsi incontrai il mio amico Carduccio.
Ci avvicinammo all’uomo e Carduccio fattosi avanti gli chiese se stesse male o se avesse bisogno; il pover uomo, scoprendo a mala pena la faccia da sotto la coperta, mezzo impaurito, rispose che non aveva bisogno di nulla, cercava solo di trascorrere la notte.
Dopo le prime diffidenze l’uomo si aprì ulteriormente e ci raccontò che da tre giorni dormiva sotto quei portici dopo che alla stazione di Fidenza uno zelante controllore lo aveva invitato a scendere perché senza biglietto. Ci raccontò che era partito dalla Spagna alcuni giorni prima diretto a Cassino dove lo aspettava un lavoro da guardiano di pecore, ma che essendo senza soldi, cercava di viaggiare con mezzi di fortuna.
Intanto che cercavamo di inventarci una qualunque soluzione per non lasciarlo all’addiaccio, passò un gruppo di preti, tra i quali il parroco di San Michele e insieme con loro ci attivammo per rintracciare qualcuno della Caritas al quale poter chiedere aiuto.
Un ragazzo sulla trentina si fermò con noi, un certo Ercole, che si offrì subito di pagare un pasto caldo al nostro ospite il quale rispose che aveva già mangiato qualcosa; Ercole allora andò a casa e riempito un borsone di indumenti torno indietro e glielo diede. Dopo una mezz’ora che eravamo li in attesa un responsabile della Caritas, allertato dal Parroco del Duomo, arrivò di corsa e prese con se il nostro uomo per accompagnarlo nella loro sede dove avrebbe preparato una brandina di fortuna dal momento che tutti i posti disponibili erano occupati.
Abbiamo saputo ieri che la mattina seguente l’uomo venne accompagnato in stazione e messo su un treno per Cassino con un biglietto offerto dalla Caritas di Fidenza.
Fin qui la storia; io invece in questi giorni ho continuato a pensarci e a chiedermi come sia stato possibile che un uomo abbia potuto dormire sotto ai portici della piazza principale di Fidenza senza che nessuno se ne accorgesse? L’altra domanda invece che mi rode è come un controllore, sia pur zelante, abbia potuto sbattere giù da un treno un povero cristo senza soldi, non sarebbe stato più giusto magari accompagnarlo alla polizia ferroviaria della stazione dal momento che l’uomo aveva anche tutti i documenti in regola?
Voglio chiudere questa mia breve considerazione con un ringraziamento personale a quanti quella sera hanno fatto un gesto di solidarietà nei confronti di quell’uomo, ma anche con un appello a coloro che magari l’abbiano notato le sere precedenti a mettere da parte l’indifferenza perché porgere la mano ad un nostro simile ci fa di sicuro sentire meglio.
Tonino Ditaranto

lunedì 14 gennaio 2013

Fidenza: un paese da vivere se impari ad amarlo


Ho messo piede la prima volta in questa cittadina dell’Emilia nel lontano 1991; la mia Lucania mi aveva voltato le spalle;  una famiglia da mantenere e senza più lavoro l’unica strada da percorrere che mi rimaneva era quella di cercare fortuna lontano dai miei posti d’origine.
Una storia come tante la mia, ricordo che in quegli anni a migliaia lasciavamo i paesi del sud in cerca di fortuna. Fu un caso che mi ritrovai a Fidenza; non ne conoscevo neanche l’esistenza.
Ero salito a Bolzano, precisamente a Merano perché avevo l’indirizzo di una ditta che cercava operai; non conoscendo il posto mi fermai in un bar e dopo aver chiesto un caffè provai a chiedere un’informazione. Mi sentii farfugliare in tedesco alcune parole incomprensibili per me ma dal tono decisamente ostile, al punto che senza più cercare gli uffici della ditta mi rimisi in macchina e me ne tornai sui miei passi.
Fu cosi che mi ritrovai quasi per caso a Parma e trovai lavoro dalle parti di Fornovo. Da Fornovo a Fidenza il passo fu breve, cercavo casa e trovai un casolare nei pressi di Parola.
Anni difficili i primi, tanta diffidenza e in qualche caso ostilità; ma anche tante persone che pur restando sulle loro ti offrivano la loro disponibilità. Gli anni passavano e insieme ad essi aumentava la consapevolezza di essere capitati in un posto dove la gente nelle proprie priorità metteva al primo posto l’abnegazione per il lavoro, la giusta discrezione nei confronti dei fatti degli altri ma senza perdere di vista la necessaria solidarietà nei confronti di chi viveva situazioni di precarietà.
Io “terrone” in un posto a me sconosciuto imparai presto che essere terrone non è una questione di provenienza bensì una condizione caratteriale e comportamentale  che ti porta ad isolarti o a farti isolare dagli altri. L’ostilità percepita a Merano qui a Fidenza non era di casa, al contrario capii subito che eventuali porte aperte o chiuse potevano dipendere solo da me.
Sono passati quasi ventidue anni e nonostante il forte legame che mi lega alla mia terra d’origine io materano dei sassi spesso mi capita di sentirmi borghigiano del sasso; non perché voglia in qualche modo prendermi una cittadinanza che non mi appartiene, ma perché ho imparato che “casa” è il posto dove ci si sente a proprio agio, dove si instaurano rapporti cordiali con le persone del posto e insieme si condividono esperienze e idee esenti di qualunque forma di campanilismo o di appartenenza.
Matera o Fidenza per me oggi non fa differenza; porto nel cuore Matera ma ho imparato ad amare Fidenza e questo solo grazie ad un popolo straordinario che con la propria “borghigianità”, sentimento unico che accomuna insieme solidarietà e civile e amichevole convivenza, mi ha insegnato che non ha importanza il posto da dove vieni, il coloro della tua pelle o il tuo credo politico e religioso, quello che conta è il rispetto per qualunque essere vivente incontriamo sul nostro cammino.
Tonino Ditaranto

Quizzone borghigiano ultimo atto-Passo e chiudo!!!

Solo per dovere di informazione pubblico il mio ultimo commento inviato alla Redazione di Nave Corsara questa mattina alle 9,58 che al momento non risulta pubblicato e neanche più tra i commenti in attesa di moderazione, nonostante tra i commenti del blog risultano pubblicati commenti inviati successivamente al mio.
Dopo ciò per me l'argomento è definitivamente chiuso e non scriverò più nulla sulla questione.


“Gentile Redazione (nelle mie missive cercherò di avere sempre un linguaggio consono alla buona educazione), ha fatto bene a linkare gli articoli da Voi pubblicati in precedenza sulla questione di Gas Plus; sono andato a rileggerli ma solo per togliermi lo scrupolo e fugare qualsiasi dubbio. Vi devo dare atto, in effetti avete fatto delle segnalazioni al riguardo. Ho visto con quanta cura avete riportato bollette illeggibili; ritardi nella fatturazione; scadenze ravvicinate e fin'anche delle 400 mucche rimaste senz'acqua. Per quanto però mi sono sforzato di cercare non mi è parso di trovare nulla, ma forse la vista comincia a farmi cattivi scherzi, circa le decine di famiglie cui la Gas Plus ha staccato il gas il 27 gennaio del 2010 a decine di famiglie con 20 cm di neve e diversi gradi sotto zero, o quando è successa la stessa cosa a maggio 2010 e le tante altre volte successive, quando Gas Plus rifiutava rateizzazioni per le bollette scadute,  nonostante gli accordi con l'Amministrazione comunale prevedeva percorsi diversi. Eppure avevo provveduto personalmente ad informarVi di ciò che stava accadendo ma evidentemente devo dedurre che le mie mail non vi sono mai arrivate. In tutta onestà devo dirvi però che ho molto apprezzato l'attuale linea di condotta nei confronti di Gas Plus.
Si mente e si sa di mentire, ognuno su questo deve comunque dare conto dei propri comportamenti alla propria coscienza, piuttosto mi farebbe piacere sapere se vi siano stati motivi particolari per cui alcuni commenti inviati da altri lettori relativi a questo post non risultano pubblicati. Ma anche in questo caso di sicuro si sarà trattato di un disguido nella ricezione delle mail.
Ancora saluti”
Tonino Ditaranto

domenica 13 gennaio 2013

La gallina chiacchierona


Nel cortile di un borgo in una valle attraversata da un fiume viveva una gallina che aveva l’abitudine di fermarsi spesso a fare due chiacchiere con gli altri animali frequentatori del cortile. Ogni volta che si fermava con qualcuno di essi cominciava a parlare, parlare, parlare senza mai fermarsi.
Con il bue si lamentava dell’asino cui attribuiva le più grosse malefatte, raccontava che il povero ciuchino era solito ragliare a tutte le ore e disturbava il riposo di tutti; alla pecora raccontava che la capretta ogni volta che si recava all’abbeveratoio saliva sui bordi della vasca sporcandola di sterchi; all’asino a sua volta sparlava del bue e cosi alla capretta sparlava della pecora in un giro vizioso che non risparmiava nessuno per il semplice piacere di dare sfogo alla sua insaziabile fame di bla-bla.bla.
Fu cosi che un giorno, avendo sparlato di tutti e non avendo più nessuno con cui soddisfare il suo insaziabile bla-bla-bla tornò dal maiale che fino a qualche tempo prima era stato bersaglio preferito e per farsi bella cominciò ad inventare e a raccontare, raccontare e inventare presunte maldicenze di altri nei confronti del suino, facendo andare su tutte le furie la povera bestiola che cominciò a correre per tutto il cortile come una bestia impazzita.
Morale: il chiacchiericcio come le bugie nonostante abbiano le gambe corte rischiano sempre di far saltare le coronarie a qualcuno.

sabato 12 gennaio 2013

Il quizzone borghigiano: chi è la malalingua che calunnia un noto blog cittadino?



La malalingua in questione sono io: Tonino Ditaranto, colui che si è macchiato della colpa di esprimere un proprio parere personale sul blog in questione niente poco di meno che ad una persona facente parte della redazione dello stesso Blog e a nessun altri sino a questo momento: sfido chiunque a dimostrare il contrario.
L’altra mia colpa: aver detto chiaramente cosa pensa a uno dei diretti interessati che da un pò di tempo a questa parte il blog in questione ha modificato il tiro nei confronti dell’amministrazione comunale.
Pensiero tutto mio personale che può essere sempre smentito.
Centra il cemento? Non lo so, fatto sta che personalmente ritengo che l’attuale amministrazione ha proseguito sugli stessi modelli di quelle precedenti;
Centra nel mio caso la partigianeria? Si sono di sinistra ed è risaputo, fatto sta che in più occasioni proprio da sinistra mi sono venute critiche quando ho preso le difese o fatto elogi a questa amministrazione.
Cosa centra allora? Non saprei; posso solo dire che non è nel mio costume nascondermi dietro ad un dito e se devo muovere critiche di sorta a qualcuno lo faccio sempre guardando negli occhi colui a cui mi voglio rivolgere.
Mi si accusa di essermi adattato ai peggiori costumi del Borgo; strano io di costumi del Borgo ne ho visti tanti e in tutta onestà ho imparato ad apprezzare i borghigiani per le tantissime loro qualità, quindi se qualcuno è al corrente di costumi diversi forse in questo caso riguardano una stretta cerchia di proprie frequentazioni. Una cosa ad esempio di cui non ero a conoscenza l’ho imparata oggi: non puoi fare una semplice chiacchierata con una persona che dopo dieci minuti te ritrovi scritta su di un blog.
Messaggio percepito: anche io devo stare attento alle persone che frequento.
Tonino Ditaranto

Colpita e affondata


colpita e affondata

nella foto una nave pirata colpita e affondata nel mare dei caraibi

venerdì 4 gennaio 2013

E SEL si inventa le secondarie.


Decine di migliaia di cittadini vicini a Sinistra Ecologia e Libertà si sono recati domenica 30 dicembre scorso alle urne per scegliere i propri rappresentanti nelle liste per le prossime elezioni politiche del 24 febbraio; grande dimostrazione di democrazia per il popolo vendoliano, non fosse per il fatto che non a tutti era data la possibilità di partecipare alla competizione ma solo ad un ristretto numero di persone scelte dall’assemblea regionale. (il PD su questo si è dimostrato molto più aperto avendo dato a tutti la possibilità di partecipare alle primarie dietro presentazione di un numero congruo di firme) Quello che però maggiormente stupisce nel partito di Vendola è il fatto che nonostante ci sia stata una scelta elettorale, sia pure su nomi indicati dalle assemblee regionali, a conti fatti coloro che hanno vinto le consultazioni tra il popolo di SEL e che avevano tutti i sacrosanti diritti di entrare in una lista seguendo il numero delle preferenze espresse, si sono visti invece scalati di posto in una competizione dove l’ordine della lista è decisiva, per fare posto a persone indicate dalla direzione nazionale e che non hanno partecipato ad alcuna consultazione preventiva.
Chissà come si sarà sentito defraudato il povero Giovanni Paglia, coordinatore regionale in Emilia Romagna di SEL, vincitore delle primarie del 30 dicembre, quando ha appreso di non essere più lui il capolista ma al suo posto, imposto dall’alto, un tal Ciccio Ferrara, già discusso personaggio ai tempi di Rifondazione per la sua natura arrampicatrice?
Ora, se tali comportamenti possono essere in qualche modo tollerati in partiti di una certa consistenza come il PD, dove il numero degli eletti risulta essere abbastanza consistente, in un partito dove per bene che vadano le elezioni gli eletti saranno poche decine di persone, imporre dei capolista dall’alto vuole dire decidere in anticipo chi saranno i futuri deputati e senatori, alla faccia della tanto decantata democrazia e della regola di una testa un voto , a meno che lo staff organizzativo di SEL non abbia sbagliato a scrivere nel momento in cui sono state indette le primarie e erroneamente abbiano scritto “PRIMARIE AL POSTO DI SECONDARIE”.

giovedì 3 gennaio 2013

Cambiare si può continua a perdere pezzi pregiati



  • Qui di seguito il messaggio che Paul Ginsborg ha inviato ai promotori di "Cambiare si può" e ad i compagni di Alba. Lo ringraziamo comunque per il suo impegno e per le sue parole franche e sincere.

    «Carissime amiche e carissimi amici,

    Ho voluto aspettare qualche giorno primo di intervenire per riflettere un po’ su quello che è accaduto. Devo prima di tutto ringraziare Chiara Sasso (che ha scritto un pezzo memorabile che merita un posto d’onore in qualsiasi antologia degli scritti della società civile), ma anche Marco Revelli e Livio Pepino per tutto quello che hanno fatto in questi giorni. Hanno rappresentato benissimo i nostri desideri, le nostre richieste e i nostri sogni.

    Più che rifletto, più sono convinto che non è successo nulla di particolarmente grave. Abbiamo voluto provare – noi di ALBA ma anche tante altre e altri – a dar vita a una lista di cittadinanza politica (Cambiare si può). Sapevamo già in partenza le enormi difficoltà di un’impresa simile – pochissimo il tempo, zero i soldi, poco il capitale umano, l’unico vero leader della società civile, Maurizio Landini, indisponibile per ragioni più che legittimi. Che sorpresa - è andato male.

    Le ragioni sono tante e un giorno, quando i spiriti bollenti si calmeranno, forse si potrebbe abbozzare una piccola storia di questo tentativo. Ma adesso le priorità sono altre. 60% di coloro che hanno votato nel referendum di Cambiare si può hanno espresso il desiderio di continuare nella trattativa con Ingroia.

    Lascio a parte la strana composizione dell’elettorato del referendum e l’improvvisa e massiccia presenza di Rifondazione comunista in quello che doveva essere per definizione un appello e una lista non-partitici (almeno io l’avevo capito così, ma forse sbagliavo). Non ha importanza. È del tutto evidente che i rappresentanti del ‘SI’ devono andare avanti e in tutta fretta, rivedere Antonio Ingroia e fare il loro meglio per creare una lista più decente possibile.

    Io voterei quella lista e consiglierò di votarla (per quanto valga la mia opinione). Ma lo farò con la piena consapevolezza che non è la cosa per cui mi sono battuto in questi mesi. Non ho nulla contro coloro che vogliono continuare con Cambiare si può. Ci mancherebbe altro. Ma non mi riconosco più in quel progetto e insieme a me penso la maggioranza dei promotori della lista stessa. Alla luce di quest’ultima constatazione, mi permetto di fare un solo suggerimento – forse per chiarezza sarebbe meglio scegliere un nome diverso da ‘cambiare si può’, per segnalare una nuova partenza. Ma questo non dipende più da me.

    In ogni caso lavoreremo insieme. E col tempo questo passaggio, che oggi sembra una sconfitta amara, può rivelarsi tutt’altra cosa.

    Adesso sento l’urgenza politica di riprendere al più presto possibile il lavoro di ALBA sul territorio, nelle lotte anti-liberiste e nel regno delle idee, e mi trovo in piena consonanza con il messaggio mandato in giro qualche giorno fa da Simona Repole di Livorno.

    Un abbraccio forte per il nuovo anno da Paul»

mercoledì 2 gennaio 2013

Sasso, Pepino, Revelli rimettono il mandato

CHIARA SASSO - LIVIO PEPINO - MARCO REVELLI
SULL'ESITO DELLA VOTAZIONE TELEMATICA

la consultazione telematica tra coloro che hanno aderito a “Cambiare si può” circa l’opportunità di proseguire nell’iter di formazione di una lista comune (oggi, dopo la presentazione del simbolo, “lista Ingroia”) si è conclusa alle 24.00 del 31 dicembre. Hanno votato 6.908 su circa 13.200 aventi diritto al voto: i SI sono stati 4.468 (64,7%%), i NO 2.088 (30,2%%) gli astenuti 352 (5,1%%).
Il risultato è dunque chiaro, e richiede una pronta attuazione. Tenendo conto di tre elementi di fatto:

1. "Cambiare si può" non è, non è mai stato, non ha mai voluto essere un soggetto politico. Le 70 persone che hanno sottoscritto il documento iniziale proponevano una "cornice" comune per la formazione di una lista elettorale di "cittadinanza politica attiva". Quel progetto non si è realizzato e resta quindi nel suo stato originario di proposta politica e organizzativa da approfondire in futuro.

2. Parallelamente a quel progetto si è sviluppata una iniziativa che ha portato alla presentazione della “lista Rivoluzione civile" o “lista Ingroia”. La consultazione telematica tra gli aderenti a “Cambiare si può” ha dato una indicazione nettamente maggioritaria nel senso della opportunità di continuare a interloquire con tale lista al fine di vedere in essa rappresentate, almeno parzialmente, le istanza sottese al progetto di “Cambiare si può”. A ciò occorre procedere al più presto.

3. Il nostro mandato si è concluso e per quanto ci riguarda non è rinnovabile. Era stato deciso in assemblea il 22 dicembre e comprendeva la presa di contatto e la “trattativa” fino al 28 dello stesso mese, nonché la verifica telematica delle “regole” (cosa che appunto si è appena conclusa). Non abbiamo d’altra parte mai nascosto la nostra opzione negativa rispetto alla questione sottoposta al voto, e non crediamo che esistano uomini e donne “per tutte le stagioni”. Pur prendendo doverosamente atto della volontà della maggioranza riteniamo che ad avviare i nuovi colloqui debba essere un diverso “gruppo di contatto” che abbia condiviso la posizione prevalente. Esso avrà il difficile compito di presidiare i punti già acquisiti nei precedenti colloqui, e in particolare gli elementi di programma sottolineati nella prima mozione del 22 (rimessa in discussione del fiscal compact e delle politiche di austerità imposte dall’Europa; rifiuto della logica delle grandi opere a cominciare dal TAV; politiche del lavoro e dei relativi diritti; difesa e rilancio del welfare e della laicità e pubblicità della Scuola e dell’Università; taglio della spesa militare, cancellazione delle missioni militari all’estero e politica della pace; politiche di accoglienza e dei diritti dei migranti) e di limitare al massimo i danni sul versante delle pratiche di formazione delle liste, sostenendo il metodo della piena pubblicità e territorialità dei processi e delle scelte.