giovedì 10 maggio 2012

Perchè io da sempre di sinistra mi auguro che a Parma vinca Pizzarotti


Sembrerebbe un paradosso, io da sempre di sinistra, comunista convinto, antipopulista a cui non piace lo sbraitare dei cani che abbaiano alla luna per il semplice gusto di abbaiare, oggi mi auguro vivamente che al ballottaggio di Parma vinca proprio il rappresentante di quel movimento dei grillini che che per tutta una serie di ragioni non ha e mai, mantenendo gli attuali presupposti programmatici, potrebbe avere le mie simpatie.
Eppure nonostante tutto mi auguro che a Parma vincano.
Le ragioni sono semplicissime.
Ritengono che non si possano fare delle frittate senza rompere le uova. Le prime uova ad essere rotte per una frittata veramente gustosa sono state quelle del centro destra, ma non bastano, occorrerebbe aggiungerne delle altre, ecco quindi che vengono buone quelle del centro sinistra a cominciare da quel Bernazzoli,” padrone” incontrastato del PD parmigiano, uomo dell’unione industriale, fautore delle cattive politiche in materia di ambiente in tutta la provincia, colui che senza alcuna logica, se non quella di assicurare milioni di euro, ad una cordata di faccendieri dei rifiuti, si è inventato il forno inceneritore di Ugozzolo e su quella strada intende proseguire lasciando sul campo morti e feriti.
A quelle di Bernazzoli aggiungiamoci pure quelle di cavalieri serventi di una sciocca sinistra reverenziale, attenta solo a non infastidire il “padrone” con la speranza di potersi appropinquare come cuccioli ubbidienti al limitare del banchetto per  raccogliere le briciole del lauto gozzovigliare del nuovo reggente del ducato di Parma.
Parma, dopo lo scandalo che l’ha travolta, di una classe politica corrotta, spendacciona, disattenta ai problemi di una città che si misura ogni giorno con problematiche nuove che non conosceva, la mancanza di lavoro, la crisi delle piccole e medie aziende, il rapporto con una comunità di forestieri sempre più numerosa, ha bisogno di respirare aria pulita, per questo è necessario completare il lavoro e togliersi di dosso l’irrespirabile puzza che l’attuale classe politica in maniera trasversale ha riversato sulla città.
Federico Pizzarotti, che non conosco, potrà anche non essere il dirigente politico che ci aspettiamo o che possa risolvere i problemi della città, ma di una cosa possiamo essere certo, odora di bucato, non sarà tanto, ma sarebbe il primo passo per scrollarsi di dosso le scorie e far crescere una nuova classe dirigente.
Tonino Ditaranto

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