venerdì 18 febbraio 2011

Il lupo è uscito dalla tana!!!!




“Fa specie ritrovarsi a rispondere a chi non ha nemmeno un rappresentante in consiglio
comunale,”
Con queste parole apre la sua nota il Consigliere Regionale e Padrone del PDL parmigiano Giuseppe Villani, per rispondere al comunicato di SEL.
Forse al Sig Villani sfugge il fatto che la costituzione italiana, sancisce il sacrosanto diritto di parola e di critica a tutte le minoranze, e ai singoli cittadini, a prescindere dalle loro rappresentanze nelle sedi Istituzionali.
Ma forse non dovremmo fargliene una colpa, può darsi che da quando è sbarcato in Italia, non abbia ancora avuto il tempo di leggere la nostra Costituzione, impegnato com’era nella ricerca dei “patti di governo” cui sempre lui fa riferimento, e che a quanto pare fino a questo momento gli hanno fruttato incarichi che gli consentono di guadagnare diverse decine di migliaia di euro al mese.
“Aimè come suonano amare le parole di Benigni rivolte ai politici risorgimentali, Mazzini, Mameli e via dicendo, entrati in politica poveri e usciti ancora più poveri”.
Dobbiamo prendere atto comunque di un fatto straordinario, per la prima volta, dall’insediamento della giunta di centrodestra a Fidenza, il Sig Villani risponde direttamente, senza affidare le sue parole come di solito avveniva, ai vari coordinatori, vicecoordinatori, coordinatori aggiunti e coordinatori giovanili, sarà forse perché anche nella sua schiera qualcosa comincia a scricchiolare?
Viene in mente quella frase di non ricordo chi che riferita agli uomini come esecutori di ordini suonava più o meno in questo modo:
“generale, l’uomo è una macchina potente, risponde ai tuoi comandi, può volare e può uccidere, ma ha un difetto: PUO’ PENSARE “

Tonino Ditaranto
Coord. Circolo SEL
Fidenza

4 commenti:

Franco Bifani ha detto...

Ottima citazione, Tonino! Quel tipo era Bertold Brecht; è morto quasi 60 anni fa, ma era un genio. Per alcuni, mentre per altri era solo, anche lui, un "coglione" comunista.

Anonimo ha detto...

A Fidenza,caro Ditaranto, il revisionismo di bassa lega va sempre più a braccetto con la visione proprietaria e padronale della politica (berlusconi docet)....ma tutto sa di "canto del cigno".Continua così, la strada è quella giusta.

elena ha detto...

Tonino, sempre secondo gli insegnamenti di Brecht

Ci sono uomini che lottano un giorno e sono bravi, altri che lottano un anno e sono più bravi, ci sono quelli che lottano più anni e sono ancora più bravi, però ci sono quelli che lottano tutta la vita: essi sono gli indispensabili.

elena ha detto...

Fascist Legacy
L'eredità del fascismo
Titolo originale Fascist Legacy
Paese Regno Unito
Anno 1989
Durata 2 x 50
Colore colore
Audio sonoro
Genere documentario
Regia Ken Kirby
Soggetto Michael Palumbo (consulente storico)
Fotografia Nigel Walters
Montaggio George Farley
Si invita a seguire le linee guida del Progetto Film

Fascist Legacy ("L'eredità del fascismo") è un documentario in due parti sui crimini di guerra commessi dagli italiani durante la Seconda Guerra Mondiale, realizzato dalla BBC e mandato in onda nei giorni 1 ed 8 novembre 1989.
[modifica] Trama

La prima parte tratta dei crimini di guerra commessi durante l'invasione italiana dell'Etiopia e nel Regno di Jugoslavia. Enfasi vi viene posta sull'impiego dell'iprite, o gas mostarda, da parte del Generale Pietro Badoglio, sui bombardamenti di ospedali della Croce Rossa e sulle rappresaglie dopo un attentato contro l'allora Governatore italiano dell'Etiopia. La sezione che esamina l'occupazione della Jugoslavia cita gli oltre 200 campi di prigionia italiani sparsi nei Balcani, in cui morirono 250.000 internati (600.000 secondo il governo jugoslavo), e si sofferma sulle testimonianze relative al campo di concentramento di Arbe (Rab in lingua serbo-croata) e sulle atrocità commesse nel villaggio croato di Podhum, presso Fiume.

La seconda parte tratta del periodo successivo alla capitolazione italiana nel 1943 e si rivolge principalmente all'ipocrisia mostrata tanto dagli USA quanto soprattutto dai britannici in questa fase. L'Etiopia, la Jugoslavia e la Grecia richiesero l'estradizione di 1.200 criminali di guerra italiani (i più attivamente ricercati furono Pietro Badoglio, Mario Roatta e Rodolfo Graziani), sugli atti dei quali fu fornita una completa documentazione. Entrambi i governi alleati videro però in Badoglio anche una garanzia per un dopoguerra non comunista in Italia, e fecero del loro meglio per ritardare tali richieste fino al 1947 quando i Trattati di Parigi restituirono la piena sovranità al paese: gli stati sovrani in genere non estradano i propri cittadini. L'unico ufficiale italiano mai perseguito e condannato a morte da un tribunale britannico fu un antifascista, Nicola Bellomo, responsabile della morte di prigionieri di guerra britannici. La voce narrante originale è di Michael Palumbo, storico americano che ha pubblicato il noto libro che tradotto presenta il titolo L’olocausto rimosso, Rizzoli editore. Vengono inoltre intervistati gli storici italiani Angelo Del Boca, Giorgio Rochat, Claudio Pavone e il britannico David Ellwood.

Il documentario termina cinicamente con una citazione di Winston Churchill su the better tomorrow with a new world order ("un domani migliore in un nuovo ordine mondiale").

I diritti dell'opera, tradotta in lingua italiana dal regista Massimo Sani, furono acquistati dalla RAI nel 1991, ma il documentario non venne mai mandato in onda. L'emittente La7, invece, trasmise degli ampi stralci di Fascist Legacy nel 2004 all'interno del programma Altra Storia.



E' possibile organizzare una proiezione pubblica?

Grazie