giovedì 19 novembre 2009

Ordinanza antivandalismi o cambiale da pagare?

- consumo di bevande alcoliche in luogo pubblico: 400 euro

- abbandono di contenitori di cibo e bevande in luogo pubblico: 500 euro

- uso delle aree pubbliche per soddisfare i bisogni corporali: 500 euro

- bivacco in luogo pubblico: 300 euro

- sedersi sulle scale o le aiuole: 300 euro

- vendita e somministrazione di bevande alcoliche dalle ore 20.00 alle ore 7.00: 400 euro

- parcheggio di auto con strumenti audio che si sentano all’esterno del veicolo: 250 euro

- fumare nell’area verde: 100 euro

- mancato rispetto dell’orario di chiusura degli esercizi pubblici autorizzati ex legge regionale 14/2003, degli esercizi di vicinato autorizzati ex D.Lgs 114/98, dei laboratori artigianali, delle attività di vendita o servizio alla clientela: 250 euro


Queste qui sopra le sanzioni previste dalla nuova ordinanza del sindaco Cantini per fronteggiare gli atti di vandalismi e schiamazzi dell'area denominata S.Michele, ordinanza che si commenta da sola e che ha visto la nostra cittadina divenire lo zimbello d'italia dopo il servizio del tg 5.
Era veramente indispensabile emanare una ordinanza di questo tipo? non bastavano le normative vigenti nella legislazione italiana che già di per se vietano qualunque tipo di schiamazzo o vandalismo o fare i propri bisogni in luogo pubblico, o abbandonare cartacce e recipienti vuoti per le strade?
No bisognava dare un segnale, o meglio c'era da pagare una "CAMBIALE" firmata durante le ultime elezioni per garantirsi l'appoggio incondizionato della lega che su S.Michele e sulla presenza degli extracomunitari nella nostra cittadina ha costruito le sue fortune elettorali.
Sono un incallito fumatore e continuerò a fumare in tutti i posti all'aperto cosi come consentito dalle leggi italiane, cosi come continuerò a sedermi sugli scalini di piazza Garibaldi o di S.Michele cosi come è costume e consuetudine della tradizione degli italiani, e questo mi pare non significhi "bivaccare"se mai se sporco o getto cartacce o anche cicche potete multarmi come previsto dalle leggi italiane.
Piuttosto caro sindaco perchè non fai sparire quei posacenere che ci sono sui davanzali della sala giunta e nel retro della sala del consiglio, li si che non si può fumare, ma li purtroppo non ci sono vigili che vengono a controllare.
Per concludere cercate di essere un pochino più seri e non fate ridere la gente.
tonino ditaranto

venerdì 13 novembre 2009

Morire dopo un pestaggio in tribunale, si può?

ROMA - Il presunto pestaggio di Stefano Cucchi, il geometra di 31 anni morto il 22 ottobre scorso, sarebbe avvenuto nel sotterraneo del palazzo B della Città giudiziaria di Roma, dove si trovano le celle di sicurezza. A questa conclusione sono arrivati gli inquirenti che oggi hanno emesso sei avvisi di garanzia nel quadro degli accertamenti sulla morte dell'uomo. Secondo quanto riferito oggi in procura, Cucchi sarebbe stato scaraventato in terra. Cucchi, dopo aver sbattuto violentemente il bacino, procurandosi una frattura dell'osso sacro, sarebbe stato colpito a calci. Il tutto sarebbe avvenuto il 16 ottobre, all'indomani dell'arresto dell'uomo per possesso di droga, e prima dell'udienza di convalida del suo fermo.

Tre agenti di polizia penitenziaria e tre medici dell'ospedale Sandro Pertini di Roma sono indagati dalla procura di Roma nell'ambito dell'inchiesta sulla morte di Stefano Cucchi. I primi tre per omicidio preterintenzionale, i secondi per omicidio colposo. Oggi hanno ricevuto tutti gli avvisi di garanzia.

Gli avvisi di garanzia sono stati notificati in vista della riesumazione della salma di Cucchi, in programma lunedì prossimo. Gli indagati avranno quindi la facoltà di nominare dei consulenti di parte che parteciperanno agli accertamenti disposti per fare luce sulla morte del geometra. Per i tre agenti di polizia penitenziaria l'ipotesi di reato di omicidio preterintenzionale potrebbe essere modificata in lesioni gravi se gli esami medico legali dovessero stabilire che la morte non è avvenuta per effetto del pestaggio. I medici del Sandro Pertini coinvolti, il responsabile del reparto penitenziario e due sanitari, devono rispondere di presunte omissioni e negligenze legate agli interventi eseguiti sul paziente, in particolare per quanto concerne la mancata alimentazione e la disidratazione.

Questa qui sopra la notizia riportata dall'ansa in data odierna circa le motivazioni che hanno portato la Procura di Roma ad emettere sei avvisi di garanzia nei confronti di tre agenti di custodia e di tre medici dell'ospedale Pertini di Roma.

Io non voglio assolutamente anticipare le risultanze delle indagini e l'esito di un eventuale processo a carico degli indagati per i quali vale quanto detto fin'ora in occasioni di altre situazioni e cioè che per il nostro sistema giudiziario vale la presunzione di innocenza fino a prova contraria e ad eventuale condanna dopo i tre gradi di giudizio, però questo episodio per vero o falso che sia ci deve far riflettere sul come spesso vengono trattate delle persone che per un motivo o per un altro vengono a contatto con le nostre strutture carcerarie o semplicemente con caserme delle forze dell'ordine.

E' il caso della caserma Diaz di Bolzaneto dove si consumò uno dei pestaggi più atroci nei confronti di giovani manifestanti no global sia italiani che stranieri e sul quale si è voluto stendere ad ogni costo un velo pietoso per coprire responsabilità di alte cariche delle strutture che dovrebbero garantire la libertà di ognuno di noi a manifestare, ma è anche il caso di una moltitudine interminabile di episodi come quello di Stefano Cucchi che restano nella completa ignoranza solo perchè non ci scappa il morto.

Oggi si parla di giustizia da più parti e della necessità di arrivare velocemente ad una riforma che a quanto pare in questo momento interessa più la prescrizione e la impunibilità dei nostri parlamentari piuttosto che un reale snellimento della burocrazia che attanaglia i palazzi di giustizia, allora se di giustizia si deve parlare lo Stato non può esimersi dall'essere in primo luogo se stesso "giusto" non permettendo più che episodi come quello di Stefano Cucchi avvengano nelle proprie strutture e per mano dei propri uomini.

Ai familiari di Stefano va tutta la mia solidarietà.

tonino